Er Tevere se ingrossa
e fa la voce grossa.
“So’ sudicio e inquinato…
Me tuffo ner passato
pe’ nun sentimme stretto
in questo cassonetto.”
Er Tevere se incazza,
e vòle ariva’ ‘n piazza.
“Ormai nun sento niente…
So’ solo e indifferente.
Lasciatemi affogare
e mori’ ner grande mare.”
BRAVO!!!!
Molto attuale. ..
E indifferente
viva la mia bella roma, quanto t’amo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Enrico La Forgia
Mi ricorda una strofa della canzone Una preghiera per Roma sparita , di Landò Fiorini …. E pensare che una volta per i romani il Tevere era come un supermercato , si andava al fiume a pescare e a prendere l’acqua , ci potevi trovare un pó di schiuma del sapone utilizzato per lavare i panni , oggi ce trovi pure un televisore
Bella!
Belli e commoventi questi versi ma quanta tristezza!
Complimenti
che bella!
Il nostro caro fu “biondo Tevere”!!!
E pensare che il Tevere e` cosi` importante per la nostra stupenda, unica,magica Roma
Pricisa…